venerdì 27 marzo 2015

Come allevare lo scoiattolo giapponese





Gli scoiattoli che spesso si trovano presso i negozi di animali vengono chiamati "scoiattoli giapponesi" o "tamia" e sono dei mammiferi che appartengo all'ordine dei roditori. Come tutti gli appartenenti alla famiglia Sciuridae, l'Eutamias sibiricus hanno un aspetto vispo e attraente.  colore del mantello varia a seconda della regione in cui vive, comunque il grigio è il colore di base che diventa rossastro-bruno sulla testa e sul dorso; quest'ultimo è inoltre attraversato verticalmente da 5 strisce scurissime dalla testa alla groppa. Sui fianchi, fra due strisce scure, vi può trovarsi una color crema. La coda è anch'essa di color rossastro-bruno ed è divisa da tre righe più scure. Il pelo, fitto e morbido, è soggetto ogni anno alla muta: in estate per imaschi e in primavera per le femmine. 




In proporzione al resto del corpo, la testa è piuttosto grande: ha forma tondeggiante, muso appuntito con gli occhi neri e rotondi sporgenti ai lati. Anche le orecchie sono tondeggianti ma piccole. All'interno della bocca sono presenti due "sacche" laterali in cui i roditori trasportano velocemente il cibo. La dentatura è robusta: mancano i canini ma gli incisivi non hanno radice e sono in continua crescita. 
Il corpo è snello e longilineo. Gli arti posteriori hanno 5 dita mentre quelli anteriori solo 4. Le unghie sono come dei piccoli artigli con cui questi animali si servono per arrampicarsi sugli alberi. 
L'odorato degli scoiattoli è molto ben sviluppato, grazie ad esso trovano il cibo nascosto fra le foglie, sentono l'arrivo di qualche predatore o trovano il compagno durante il periodo dell'accoppiamento. Essendo degli animali diurni, sono inoltre dotati di un'ottima vista: con i loro occhi sporgenti e laterali usufruiscono di un campo visivo molto ampio, che sfruttano soprattutto per avvistare i predatori, standosene ad esempio sulla cima di un albero. Distinguono i colori. 
Anche l'udito è molto ben sviluppato: emettono e sentono ultrasuoni e comunicano fra di loro con suoni ad alta frequenza anche a molta distanza. Non si sa con esattezza se gli scoiattoli giapponesi riconoscano i gusti ma è stato dimostrato che sanno distinguere il dolce, il salato e l'insipido! I nervi sensitivi sono collegati ai baffi situati ai lati del muso (ciò gli fa percepire le distanze) e ai morbidi cuscinetti delle zampe (rendendolo un formidabile arrampicatore e saltatore). 




La sua vita dura fino a 8-12 anni e la femmina può partorire fino a 5 cuccioli in una sola volta. Maschio e femmina divergono come tutti gli altri mammiferi: caratteristica del maschio sono i ********* che diventano più grossi in primavera, durante il periodo dell'accoppiamento. 
L'habitat naturale varia da zone desertiche a foreste di conifere situate a elevata altitudine, da boschi di betulle o latifoglie a zone cespugliose. Gli scoiattoli giapponesi non sono animali migratori e trascorrono tutta la loro vita nella stessa zona, andando in letargo durante l'inverno (ottobre - aprile) nelle regioni dove la temperatura scende sotto lo zero. Gli scoiattoli che vivono nell'Artico durante il letargo riescono ad abbassare la propria temperatura corporea fino a 3 gradi sotto lo zero, risparmiando così energie senza congelare! Questi roditori vanno in letargo in tane scavate dai 50 ai 150 cm sotto il livello del terreno: sono composte da un lungo tunnel (fino a 2-3 metri di lunghezza totale) dal quale si dipartono numerose "stanze" che fungono da dispensa, bagno e camera da letto. Quando non è in letargo, lo scoiattolo va nella tana per riposarsi o per dormire durante la notte. Gli scoiattoli giapponesi vivono da "single", pur restando però raggruppati in piccole famiglie. Ognuno vive in una zona del territorio ben definita, che marchia con l'urina e con il secreto di alcune ghiandole sotto la testa e la pancia. Generalmente in un ettaro di boscaglia ci sono fino a 10 scoiattoli. 



Se avete intenzione di acquistare lo scoiattolo giapponese, ricordatevi che, seppur piccolo, resta comunque un animale con proprie esigenze fisiche, igieniche, alimentari e bisognoso di cure e di affetto. Essendo un animale diurno e particolarmente vivace, lo scoiattolo si presta alle attenzioni di chi trascorre molte ore a casa, dandogli così la possibilità di essere addomesticato. Se lo si fa uscire dalla gabbia, fare attenzione agli eventuali pericoli casalinghi (fili elettrici, detersivi, cuscini, chiusura di porte, ecc.), al cane o al gatto (in sua presenza si potrebbero trasformare in predatori improvvisati) o ai bambini piccoli, che scambiandolo per un giocattolo potrebbero fargli del male. Anche se lo scoiattolo è un'animale pulito e non emana cattivi odori, cercate comunque di tenere la gabbia sempre pulita, con il contenitore dell'acqua sempre pieno e il cibo, specifico per roditori, sempre fresco. Non dimenticate di mettergli a disposizione i giochi che lo facciano muovere e divertire (come le ruote per criceti ma più grandi). Dategli la possibilità di ambientarsi con calma e, con grande affetto.

giovedì 19 marzo 2015

FOCA DALLA SELLA



Questo focide misura fino a 1,8-2 metri, per un peso di 140-190 kg; il maschio è più grande della femmina. Presenta una livrea grigio-brunastra con testa grigia scura o nera. Sulla schiena, gli adulti hanno una grande chiazza scura a forma di arpa, da cui deriva il nome italiano e quello inglese harp seal. Macchie più piccole sono presenti sul collo e sui fianchi. I cuccioli sono di colore giallo-bianco alla nascita, poi diventano bianchi rimanendo tali per 12 giorni. In questa fase, vengono chiamati in inglese whitecoat, per sottolineare il mantello bianco. Tra il tredicesimo giorno ed il mese di età, il pelo bianco cade a ciuffi mostrando la pelliccia sottostante, simile a quella degli adulti, macchiata di scuro ma senza il disegno ad arpa, che compare dopo 4 anni circa.






Vive nei mari dell'Artico, in cui si trattiene durante l'estate, trascorrendo poco tempo a terra. Tra febbraio e marzo si dirige verso le coste della Groenlandia meridionale, della Scandinavia settentrionale e dell'Asia settentrionale, su cui avvengono i parti. Al di fuori della stagione riproduttiva, può spostarsi di 4.000 km in mare aperto. Può così comparire in luoghi dove non vive abitualmente, in Gran Bretagna, ad esempio, sono state trovate 31 foche dalla sella dal 1.800 al 1988 .



La maturità sessuale è raggiunta a 5-6 anni nelle femmine. I cuccioli, uno per parto, nascono su lastre di ghiaccio e vengono allattati per dodici giorni. Il latte della foca contiene fino al 48% di grassi ed il cucciolo aumenta circa due chili al giorno, mentre la madre, che durante l'allattamento non si nutre, può perdere tre chili giornalmente. Il cucciolo è abbandonato dalla madre allo scadere dei dodici giorni e impara a nuotate autonomamente dopo 7-8 settimane, durante le quali muta il pelo e sopravvive con il grasso accumulato durante l'allattamento.








La foca dalla sella è una specie gregaria e vive in gruppi numerosi. Tra febbraio e marzo si dirige inunadelle tre aree di riproduzione sopra citate. In questo periodo le femmine combattono per un pezzoditerritorio in cui avrà luogo il parto, mentre i maschi combattono per il diritto di accoppiarsi. Il corteggiamento può iniziare sul ghiaccio, ma l'accoppiamento avviene di solito in acqua. Può stare in apnea fino a mezz'ora.





 La durata massima della vita è di circa 30 anni.Si nutre di pesci.




giovedì 12 marzo 2015

LA VERITA' SUI DELFINI

CHE TIPO DI ANIMALI SONO I DELFINI?

I delfini sono mammiferi marini, animali selvatici che vivono nei mari e negli oceani, in cui percorrono più di 100 km al giorno. Estremamente intelligenti e con una loro coscienza e sensibilità, sono in grado di riconoscersi allo specchio: una capacità provata solo per gli umani e le scimmie. Sono animali liberi che vivono in gruppo.

I DELFINI HANNO UNA FAMIGLIA?

Questi cetacei vivono in un gruppo sociale allargato composto da circa 15 individui, ma ci sono anche casi di gruppi molto più ampi (fino a  60 animali o più). In natura  i maschi non abbandonano mai la propria madre. Nei delfinari invece i delfini sono ‘raggruppati’ secondo regole dettate dalle strutture (a fini di lucro) che li gestiscono, li   acquistano e vendono come prodotti. In un gruppo possono convivere delfini nati in cattività, ma spesso sono messi insieme animali importati da delfinari diversi (in Italia o all’estero) o catturati in acque non europee. La composizione dei gruppi di delfini nei delfinari non riflette le dinamiche naturali: la convivenza forzata genera stress ed episodi di aggressività tra questi animali.

CHE COSA MANGIANO I DELFINI?

Animali selvatici predatori che cacciano in  gruppo per soddisfare il bisogno di cibo, i delfini mangiano per lo più  pesce, crostacei e calamari. Nei delfinari e acquari sono nutriti dal personale delle strutture prodotti ittici surgelati: una dieta povera di elementi essenziali che può causare problemi di salute.

PERCHÉ I DELFINI HANNO UN ECO-LOCALIZZATORE?

I delfini  sono dotati naturalmente di un eco-localizzatore (chiamato  bio-sonar) che utilizzano per orientarsi nelle profondità del mare, comunicare  e cacciare. Per evidenziare a distanza l’esistenza di ostacoli o prede, i delfini  producono ultrasuoni e percepiscono l'eco riflessa dagli ostacoli che trovano sul loro cammino. Nei delfinari sono invece rinchiusi in prigioni di acqua e praticamente cessano di utilizzare il loro eco-localizzatore, con il fortissimo stress che ne consegue.

E' VERO CHE I DELFINI PARLANO?

Recenti studi scientifici hanno dimostrato che i delfini comunicano con un linguaggio articolato e complesso come quello umano.  

COME SI POSSONO CONOSCERE I DELFINI?

Oggi è possibile  osservare i delfini tramite esperienze di dolphin- watching in vari luoghi del Mar  Mediterraneo e altri mari del mondo. L’Italia offre una zona marina protetta tra Liguria, Toscana e Sardegna: è il ‘Santuario dei cetacei’, dove è possibile osservare i delfini e altri cetacei come le focene.
Le coste italiane offrono inoltre numerose occasioni di avvistamento di delfini in mare. L’osservazione dei delfini nel loro ambiente naturale è l’unico modo per conoscere davvero questi animali. Nei delfinari e acquari, i delfini vivono da reclusi e il loro comportamento è alterato a causa dell’ambiente artificiale e ristretto.

CHE FINALITÀ HANNO I DELFINARI E GLI ACQUARI?

Sono strutture a finalità di lucro che utilizzano i delfini per esibizione, spettacolo e numeri di carattere circense. In queste strutture i delfini sono costretti a lavorare per divertire il pubblico pagante. Le esibizioni non hanno nulla di naturale, vengono indotte con pratiche di addestramento contrarie alla natura dei delfini, tra cui la privazione di cibo.
Anche se dichiarano di avere una funzione di educazione e informazione, in realtà studi svolti da diverse organizzazioni mostrano che il livello di educazione proposto da acquari e delfinari è minimo, mentre prevalente è la finalità commerciale.

CI SONO DELLE LEGGI IN ITALIA CHE PROTEGGONO I DELFINI?

Si. I delfini e tutti gli altri cetacei sono specie ‘rigorosamente protette’ dalla legislazione comunitaria che fin dagli anni ‘90 ha introdotto il divieto di uccisione deliberata, cattura, uso e consumo  di  tutti i delfini nelle acque europee. Purtroppo i delfini rinchiusi nei delfinari italiani non possono beneficiare di questa protezione perché sono stati catturati in acque marine fuori da quelle europee o sono nati nei delfinari, in Italia o all’ estero, e quindi fin dalla nascita sono considerati ‘oggetti’ di proprietà di queste strutture a finalità commerciale. Possiamo parlare di un “doppio standard”, in quanto nell’Unione Europea i delfini a mare sono protetti rigorosamente mentre quelli nei delfinari possono essere sfruttati da società a scopo di lucro. Per quanto riguarda l’ importazione di  delfini da paesi extra-comunitari,  nonostante il Regolamento UE CITES del 1997 proibisca l’importazione di cetacei vivi a scopi primariamente commerciali, a partire da quella data  molti animali sono stati importati e usati nei delfinari. Le statistiche indicano che tra il 1979 e il 2008 sono stati importati nell’Unione Europea 285 cetacei vivi.

I DELFINARI SONO PRESENTI IN TUTTA L'UNIONE EUROPEA?

Attualmente 13 Stati su 28 Stati Membri dell’UE non autorizzano strutture che detengono delfini o altri cetacei per spettacoli e intrattenimento. In Italia, circa 25 delfini sono sfruttati a scopo di esibizione e spettacoli circensi da società a scopo di lucro.

QUANTO VIVE UN DELFINO IN MARE? E IN UN DELFINARIO?

Un delfino costretto in un delfinario  può vivere la metà degli anni di un delfino che vive in mare.  In un delfinario infatti raramente un delfino vive più di 20 anni, mentre in  mare ha una  speranza di vita fino a 50 anni! In natura raggiungono la loro maturità sessuale a 12 anni, e le femmine partoriscono  un solo cucciolo per volta. 

UN DELFINARIO O ACQUARIO PUÒ OFFRIRE AI DELFINI DEGLI STANDARD DI VITA COMPATIBILI CON LE LORO ESIGENZE ETOLOGICHE?

No. Nessun delfinario, per quanto grande e attrezzato, potrà mai offrire delle condizioni di vita accettabile per un delfino, il cui ambiente naturale è il mare aperto e gli spazi sconfinati. Sono animali nati  per vivere liberi, non in prigionia. Nei delfinari sono soggetti a stress, depressione e malattie per essere costretti a vivere in un ambiente artificiale.

I DELFINI NEGLI ACQUARI, DELFINARI E PARCHI ACQUATICI POSSONO SOFFRIRE?

Si. Molti studi scientifici dimostrano che nei delfinari questi cetacei si ammalano di più, diventano aggressivi, hanno problemi digestivi, di immunodepressione e sono depressi al punto che gli vengono somministrati dei farmaci. Una piscina, per quanto grande, non potrà mai sostituire la vita nell’ ecosistema  marino.

DA DOVE VENGONO I DELFINI DEI PARCHI ACQUATICI E DEI DELFINARI?

La maggior parte dei delfini detenuti in queste strutture sono stati catturati negli oceani. Durante le catture diversi animali dello stesso gruppo muoiono per le dinamiche  della cattura,  per lo stress, per il trasporto o il mancato adattamento alla nuova vita in piscina. 
Ogni singola cattura cela la mortalità di altri individui e danneggia il gruppo originario, i cui legami sociali sono molti stretti. I delfinari possono acquistare i delfini direttamente da chi si occupa di catturarli, da strutture di intermediazione o da altri delfinari.   
Alcuni delfinari svolgono programmi di riproduzione, anche artificiale, al fine di poter garantirsi gratuitamente altri animali. Strutture del genere e parchi acquatici, per poter continuare ad operare, sono costretti a rifornirsi direttamente o indirettamente dalle catture in mare, dato l’alto tasso di mortalità dei delfini in cattività.
Tra il 1979 e il 2008 sono stati importati nell’Unione Europea 285 cetacei vivi .

CI SONO STATI CHE HANNO VIETATO LO SFRUTTAMENTO DEI DELFINI PER ESIBIZIONE E SPETTACOLO?

Si. Nel maggio del 2013, l’India ha proibito i delfinari sulla base del riconoscimento dei delfini come ‘persone non umane’. Nell’ Unione Europea, 13  Stati su 28 (Austria, Croazia, Cipro, Estonia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria) non hanno delfinari. Alcuni paesi hanno introdotto una legislazione mirata alla proibizione, mentre altri non concedono l’ autorizzazione. Vietnam, Messico e Malesia hanno recentemente proibito l’importazione ed esportazione di delfini, mentre il Cile e il Costa Rica hanno proibito la gestione di delfini in cattività.

E' VERO CHE I DELFINI SORRIDONO?

No. Si tratta semplicemente della forma della loro mascella che erroneamente viene interpretata come un sorriso. Dietro questo apparente sorriso ci sono animali che soffrono stress e depressione. 

I DELFINARI CONTRIBUISCONO ALLA CONSERVAZIONE DELLA SPECIE?

Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino il contributo dei delfinari alla conservazione delle specie. 

LA VITA IN UN DELFINARIO O PARCO ACQUATICO PUÒ DANNEGGIARE UN DELFINO?

Si. Le condizioni di vita totalmente artificiali, l’alimentazione diversa da quella naturale, la mancanza di riposo, l’esposizione al pubblico e al rumore, le piccole dimensioni delle piscine, la coabitazione con gruppi sociali artificialmente assemblati, sono solo alcuni dei fattori di prigionia che possono influenzare il benessere fisico e psicologico degli animali. In queste strutture i delfini si ammalano di più e vivono di meno. I delfinari sono delle prigioni di acqua.